2021



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Le fotografie

– Particolare di Madonna con Bambino che mostra il suo Cuore, di stile moderno, Genga, Santa Maria Assunta, foto di P.I.M., 2021. La scritta sopra dice: “Ella è la speranza dei disperati”.

– L’inizio della dedica a Maria del p. Marracci

– Ampollina di vetro con il Nome di Maria, bottega del secolo XX, arcidiocesi di Firenze, da Beweb.

– Stendardo processionale “Viva il Nome di Maria” di Trespiano, Ivi.

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LA POLIANTEA MARIANA
I Molti Fiori di Ippolito Marracci


Il padre Ippolito Marracci dei Chierici Regolari della Madre di Dio (Camaiore 1604 - Roma 1675) dimostrò ampiamente la sua erudizione in diverse opere, tra le quali va annoverata la sorprendente “Polyanthea mariana”, edita postuma a Colonia nel 1683 e a Roma per i tipi degli eredi Corbelletti nel 1694. Letteralmente (dal greco) il titolo significa I Molti Fiori di Maria, e a prima vista si potrebbe pensare a una raccolta di preghiere. Non è così. In realtà è il colto appellativo di un dizionario ricco di esempi tratti dalle Sacre Scritture e dalla letteratura religiosa mariana.
Non fu un unicum a quei tempi. Anzi, tra il XVI e il XVIII secolo furono date alle stampe molte simili raccolte enciclopediche di materiali della cultura classica greco-romana e della storia sacra, generalmente in latino. Alcune ebbero proprio il nome di poliantee.
Altre si chiamarono Officina, Sylva, Hortus floridus, Thesaurus, Theatrum, Syntaxis, Panoptikon, Argumenta e loro equivalenti nella lingua volgare, frequentemente trasferiti al genere più non sistematico, ma letterario e informativo, venne detto “miscellanea”: Teatro, Fabbrica, Giardino, Florilegio, Piazza e altro.
Trattarono di temi quali cronologie, santi, brevi biografie, iconografie, bestiari, erbari, lapidari, gallerie di personaggi illustri, epiteti, apoftegma (= detti brevi e sentenziosi), exempla (= racconti devoti e educativi), aneddoti, favole, mitologie, etimologie, onomastica, topografie e dossografie (= raccolte di opinioni), repertori ...
Si ricordano circa duecento autori di questo tipo di scritti benemeriti, dei quali poeti, oratori, predicatori e artisti avevano bisogno come il pane per svolgere il loro lavoro e anche come fonte di invenzione a cui rivolgersi quando le loro produzioni mancavano di una guida (da Poliantea, Wikipedia spagnola).
E preziosa in questo senso fu (e resta) la Poliantea Mariana di Ippolito Marracci, che da buon Chierico Regolare della Madre di Dio iniziò il lavoro con la dedica (tradotta):



“All’augustissima Regina del Cielo
e Santissima Madre di Dio Maria
sempre e dovunque Immacolata,
la quale meritatamente appellarono:
S. Epifanio,
Vergine del moltissimi nomi
San Giovanni Damasceno,
Signora degna di lodi in diecimila parole
e San Giuseppe Innografo,
fanciulla celebrata con tanti nomi,
insigne nell’esser chiamata di molti nomi

e così indicarono che
per conoscere per poco
l’eccellenza di tanta Madre
e la sua elevatezza
e per divulgare in qualche modo
la varietà delle perfezioni di lei,
e la loro molteplicità
non basta un solo nome,
ma c’è bisogno di molti nomi.
In ciò, testimone San Germano, patriarca di Costantinopoli,
se qualcuno parla di innumerevoli elogi
non persegue mai l’obiettivo
tanto è lontano dal poterlo raggiungere;
l’obiettivo da conseguire è la lode per lei,
essendo lei al di sopra ogni lingua fluente‚
e superiore a ogni limite mentale.
Il cui nome
(secondo l’autore S. Teodoro nuovo confessore [Studita])
in latino è detto innumera
a causa dell’abbondanza di innumerevoli encomi;
infatti se qualcuno dice di lei innumera,
mai la colma degnamente di lodi.
Questa POLYANTHEA MARIANA
selezione di nomi e degli encomi della stessa,
raccolta di memorie
dai SS. Padri e da altre Sacre Scritture,
disposte in ordine
secondo la serie dell'alfabeto e del tempo
nel quale vissero gli stessi Padri e Scrittori,
è mostrata agli occhi dei lettori
come la novità di un’antica sua propria devozione,
e come pubblico monumento
e perpetua offerta votiva
di uno strettissimo e mai sciolto servizio;
IPPOLITO MARRACCI
umile e molto rispettoso, in ginocchio,
consacra,
indegno,
assolutamente misero servo,
alla medesima augustissima Regina del Cielo,
con tutta la forza d’animo di cui è capace,
umilmente chiedendo e supplicando,
che questo nuova fatica della sua pochezza
a lei offerta umilmente,
riversata su di lui una generosa benedizione
lo renda degno della vista divina,
perché questo
riesca caro e accettato,
tramite lei, a Dio stesso,
cui tutto per primo deve essere offerto,
e siano ottenute dall’autore
dapprima la grazia divina in terra
e dopo la morte, già imminente,
la gloria che mai verrà meno in Cielo".

Il libro prosegue con la dedica a Eleonora Maddalena imperatrice (di Neuburg moglie di Leopoldo I d’Asburgo, † 1720), la prefazione al benevolo lettore, le recensioni e il catalogo cronologico degli autori, cominciando da San Pietro Apostolo e finendo con il cardinale Roberto Bellarmino che “si addormentò nel Signore” nel 1621.
Successivamente, in XX libri e per più di 600 pagine, riporta i Nomi e gli Elogi di Maria, da abacus a zorobabel.

Per fare due esempi, ABACUS – scrive Marracci – era l’armadio nel quale i principi collocavano i vasi d’oro e d’argento e li mostravano a testimonianza della loro gloria. Così la Madre di Dio fu armadio che Dio costruì e nel quale sedette il Messia per mostrare la Sua Maestà a tutti i mortali. Ed è alla sua destra come prima creatura nel genere umano. L’autore qui citato è Hakados Rabbi, Giuda il Principe, rabbino del II secolo d.C.

ZOROBABEL, letteralmente è germoglio di Babilonia, ma anche il nome di un personaggio dell'Antico Testamento del VI secolo a.C., il quale, condusse il primo gruppo dei reduci dall’esilio babilonese dopo l’Editto di Ciro in Palestina e con il sommo sacerdote Giosuè fece ricostruire il Tempio di Gerusalemme. L’autore citato è Bartolomeo da Pisa del secolo XIV.

Paola Ircani Menichini, 9 ottobre 2021.
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